Il Filmone: i live action di Higurashi, difficile adattamento



In questo periodo ti sei sciroppato una maratona di Higurashi e, quando tu decidi di fare i 10000 metri, fai pure leggera corsa defaticante: il paragone regge perfettamente per descrivere il rapporto tra l’anime – in parole semplici: un capolavoro – e i suoi live action – si, ve ne sono due - , onesti ma non proprio all’altezza. 

Se qualcuno ambisca ad ottenere maggiore informazioni sul brand Higurashi – prima di porsi all’obbligatoria visione – ecco subito la pagina di Wikipedia perché troppo vi sarebbe da dire per fargli onore e lo spazio nei tuoi post è un bene scarso. 

Qui ti concentrerai sui due live action, come detto; li tratterai insieme perché mostrano tutti gli stessi pregi e difetti. 


Le regole sono note: 5 ragioni 5 per guardare, non guardare, percepire, non percepire, annusare, non annusare Higurashi – The Live Action del 2007 e poi Higurashi Chi Kai – Shrill Cries Reshuffle del 2009. 


1- Attori

Premesso che con la trama non puoi certo sbagliare chè te la forniscono visual novel e anime, bisogna poi vedere come la rappresenti. Se la sceneggiatura non ti è dispiaciuta – e presenta pure alcune deviazioni rispetto all’anime, alcune delle quali persino gradite - , beh, sugli attori chiamati a recitare qualche perplessità la devi esprimere. 

Che in poche parole significa che, a parte talune eccezioni, sono espressivi come uno stuzzicadente usato quando va bene; esagerati nelle reazioni umane quando va molto ma molto male.

Le eccezioni sono Takano e Oiji. Per il resto devi assistere alla parziale demenza dei genitori di Keichi – che per fortuna appaiono poco nel primo live action all’inizio - , all’odiosità di Tomitake – che, oltre a non somigliare a quello dell’anime, fuma pure - , alla poca pucciosità di Rika – il cui meme “Nipah!” divenne al tempo virale – e Satoko – che, di contro, invece viene ben rappresentata nel suo uscire di testa nel secondo live action – che mai si degna di sparare una di quelle risate beffarde per cui l’avevi amata. 

Ok, non pretendevi di vedere attrici e attori giapponesi con improbabili capigliature verdi, viola o persino bionde: però, dai, un po’ di studio e immedesimazione del personaggio ci potevano pure stare.



2- I paesaggi

Ecco invece un punto in cui il live action addirittura batte l’anime. Intanto la città di Hinamizawa è detta avere qualcosa come 200000 abitanti, il che stona abbastanza col piccolo villaggio racchiuso tra le montagne cui eri abituato. Però poi ti vengono mostrate inquadrature del luogo – sovente come stacchi tra una scena e l’altra – che ti sono piaciute; talvolta gli stessi personaggi vengono ripresi da angolatura che esaltano il paesaggio il quale deve contribuire all’atmosfera di stranezza che permea la vicenda. 

3- Aggiunte e modifiche alla trama

I due live action coprono essenzialmente 2/3 degli archi dell’anime: il primo – la pazzia di Keichi – e poi quello della ragazza mannaia in cui si inserisce quello dello Zio di Satoko. Aggiungono però alcuni particolari che non ricordavi dall'anime; talvolta poi utilizzano una sceneggiatura parzialmente diversa che, devi ammettere, non ti è dispiaciuta. 

Intanto i luoghi vengono più approfonditi. Cosi si parla del luogo deve sorge il tempio Furude come della Bocca del Demone; il tempio è stato edificato per placare l'ira di Oyashiro e conserva annesso il famoso magazzino degli strumenti rituali cui viene dato il nome di Saiguden. Viene pure dato maggiore spazio alla Danza di Rika durante il Watanahagi e viene mostrato come la gente si lavi le mani in suo onore; poi però uccide una persona e la divora. La stessa Montagna del Tesoro di Rena – ossia la discarica in cui la ragazza troverà un orsacchiotto, non una figurina - viene precisata essere l’originario cantiere cui si lavorava per la costruzione della diga che avrebbe dovuto portare energia elettrica alla zona. Viene anche citata la città da cui arriva Rena, Iburaki, e viene mostrata più diffusamente la scena della sua pazzia nella scuola di tale città. 

A livello di trama, l’intera scena della pazzia di Keichi viene sceneggiata in maniera un po’ diversa e più lunga. Se nell’anime uccideva Rena e Mion e lo si vedeva subito, qui invece sogna per qualche motivo di essere catturato dagli abitanti del villaggio che vogliono fargli la festa. Si risveglia e vede Rena e Mion ad accudirlo lavandolo ma volendo somministrargli una sapiente puntura; si addormenta di nuovo. Si risveglia nuovamente e vede i corpi delle due ragazze straziati – solo nel secondo live action si vedrà la scena – e vengono trovati dalla polizia i fogli scritti dietro all’orologio senza che si mostri la scena in cui furono scritti, lasciando come indizio il fatto che sia stato utilizzato il pennarello che più volte Mion sfoggia. Si vede ampiamente che è Keichi a grattarsi il collo durante la telefonata – cosa che nell’anime non veniva mostrata esplicitamente, pur se intuibile – e Keichi si ritrova in cura da Irie sotto controllo di Takano; la scena finale – molto ben fatta – lo vede in un suo presumibile sogno a camminare verso l’oscurità con Rena e Mion, forse a simboleggiare che sta morendo.

Anche nel secondo live action si assiste a qualche scena diversa. Rena uccide l’amante del padre lei stessa. 

4- Rika, troppo poco; Mion, troppo diversa

Si vede troppo poco quello che è il personaggio chiave e parla ancora meno. Ti ricordi, a farla grande, due occasioni in cui proferisce parola. Ok la giovane età dell’attrice; però di ragazze in grado di far la loro parte pure quando ancora molto giovane ce ne sono. Se non ci si creda, vedere questa cosa qui

Pure Mion non è il personaggio che hai amato. Troppo poco decisa per essere il futuro capo della principale famiglia di Hinamizawa e troppo piagnona. 


5- Effetti speciali e splatter

Non molti gli effetti speciali, non molte le scene splatter ma decisamente funzionanti. 

Ti è piaciuta la semplice rappresentazione della maledizione di Oyashiro, con fumi gialli o rossi a permeare l’ambiente; nulla di impegnativo, a lascare agli attori fare il resto. Bello pure l’effetto utilizzato per la pazzia di Rena, con sovrapposizioni veloci di immagini al fine di mostrare la totale perdita di ogni equilibrio e ogni riferimento con l’ambiente circostante. 

Funzionano poi le poche scene splatter: piuttosto fedeli e raccapriccianti. 


E adesso chiudi che una tizia ti sta bussando alla porta e dice di avere dei dolcetti per te.

Il Filmone: i live action di Higurashi, difficile adattamento Il Filmone: i live action di Higurashi, difficile adattamento Reviewed by radish7 on 17:00 Rating: 5

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